Essere adolescenti al tempo del Covid-19. -5 giorni all'esame - Il Resto del Carlino, La Città

Nel numero uscito ieri de Il Resto del Carlino, La Città nella mia rubrica La vite di Archimede è stata pubblicata la seconda parte dei preziosi consigli per chi dovrà affrontare l'esame di maturità del direttore di Poliarte - Accademia di Belle Arti e Design Giordano Pierlorenzi, insieme all'intervento della Dott.ssa in Psicologia Miriam D'Angelo sulla condizione degli adolescenti durante l'emergenza Covid-19.

il resto del carlino esame

 

ESSERE ADOLESCENTI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Dott.ssa Miriam D'Angelo

Per un adolescente lo spazio personale è sostanziale così come coltivare le proprie relazioni. Nella fase adolescenziale, infatti, viene a consolidarsi sempre di più il senso di fedeltà ai propri valori e il sentimento di appartenenza a un gruppo che conferma l’adeguatezza o meno degli stessi. Che impatto ha avuto il coronavirus in questa delicata fase? Che emozioni hanno provato e come stanno reagendo gli adolescenti? Gli effetti sono stati svariati, dalla preoccupazione di non poter più vedere gli amici, compensata da un eccessivo uso dei social network e delle piattaforme di gioco online per ridurre le distanze imposte, a fenomeni di isolamento dettati dalla diffidenza verso l’altro visto come potenziale fonte di contagio a causa della costante pressione dei mass media e, in alcuni casi, dell’ansia dei genitori. Anche la rimodulazione scolastica, caratterizzata dalla didattica a distanza, ha contribuito ad acuire un senso di disorientamento. L’iniziale curiosità dettata dal nuovo approccio agli studi ha progressivamente lasciato il posto all'apatia e alla tristezza a causa delle indefinite modalità di didattica e relative prove conclusive dei vari percorsi di studio. Nonostante la volontà di reagire alla situazione e volersi adeguare, l’aver vissuto un significativo periodo di tempo con la prospettiva di rimandare incontri, progetti, sport, svaghi ecc. a data indefinita, ha sconfortato sensibilmente gli adolescenti portandoli a guardare al futuro con preoccupazione. Il recente allentamento delle misure di restrizione, inoltre, ha permesso di assistere ad una diffusa resistenza al ritorno della normalità. Una significativa percentuale di adolescenti si è creata un microcosmo dentro le proprie mura domestiche rischiando di trasformare il distanziamento sociale in isolamento patologico.  Che cosa fare dunque? Trasformare questa emergenza in opportunità!  Questa situazione può diventare un’occasione per imparare a gestire, mediante un valido supporto, le emozioni senza esserne travolti raggiungendo una consapevolezza di sé e della realtà presente in maniera non giudicante. Occorre cioè accogliere gli eventi in maniera consapevole, evitare l’approccio critico nei confronti della realtà e di sé stessi mirando a controllare e contenere le emozioni, le sensazioni e i pensieri negativi che possono portare alla sofferenza; guardare e accettare la realtà nel momento presente per com'è, osservandola in maniera distaccata e classificando i pensieri negativi cagionati dagli eventi come prodotti della propria mente che possono essere compresi e controllati riducendo sensibilmente la loro possibilità di influire negativamente nel proprio stato d’animo. Afferma il famoso psichiatra infantile inglese Michael Rutter “Le crisi più gravi che possono accadere nella vita non sono circoscrivibili a una fase unica e particolare, ma interessano una pluralità di aspetti che corrispondono a mutamenti complessi, e ognuno affonda le radici in una storia passata e si protende verso il futuro”. Il futuro ha pertanto radici nel passato, quello che stiamo vivendo è come un ponte, occorre attraversarlo con un passo sicuro e un grande senso di equilibrio, sapendosi adattare a condizioni in mutamento e a nuove sfide con un margine di flessibilità.

CONSIGLI AGLI STUDENTI

Prof. Giordano Pierlorenzi

-5 GIORNI ALL'ESAME

STRATEGIE PER RASSICURARSI

Il blocco o il vuoto di memoria sono molto comuni e qualora si verificassero bisogna saperli fronteggiare con prontezza, in specie l’attacco di panico. 

Se accadesse:

  • Prendere atto del vuoto, esplicitarlo alla commissione esprimendo la propria emozione e allo stesso tempo non lasciarsi invadere dall’ansia chiedendo un momento di tempo per ripescare il filo del discorso. Il cervello umano è in grado infatti di sovvenire in qualsiasi situazione trovando rimedi risolutivi attraverso l’uso della memoria e della creatività. “La mente umana va occupata e non preoccupata: tra i due diversi stati mentali si insinua l’ansia. Pertanto, per scongiurarla o ridurla basta progettare, programmare le cose da fare ed eseguirle con metodo. Si sarà così sempre padroni della situazione”.
  • Eventuali attacchi di panico si possono prevedere attraverso un’attenta programmazione delle cose e dei tempi da fare. Comunque, una buona profonda respirazione allenta la tensione e non dimenticare di ricorrere al docente di fiducia con cui si ha maggior confidenza in caso di difficoltà. 
  • L’uso della mascherina potrà essere d’aiuto a nascondere in buona parte le reazioni fisiognomiche dell’eventuale difficoltà del momento.

-4 GIORNI ALL'ESAME

IL GIORNO DEL COLLOQUIO

Arrivato il grande giorno, preparare con cura (senza esagerare) la propria persona:

  • sul piano fisico, scegliere abbigliamento sobrio, acconciatura e trucco misurati, distanziamento sociale da norma, sguardo sereno e orientato sul presidente o il commissario più reattivo, andatura disinvolta con uso moderato delle mani; 
  • sul piano psicologico, controllare le proprie emozioni e la tensione nervosa attraverso le tecniche suggerite in precedenza e gestire con attenzione la reattività;
  • sul piano spirituale,fare una breve meditazione con respirazioni, almeno un quarto d’ora prima, isolandosi mentalmente per raccogliere le ultime energie e finalizzarle all’evento.

-3 GIORNI ALL'ESAME

L’ESPOSIZIONE

  • Esporre senza fretta gli argomenti richiesti con il metodo sperimentato aiutandosi con una gestualità non troppo vistosa e con un tono di voce chiaro e deciso.
  • Usare una comunicazione assertiva: parlare in modo chiaro, semplice, sintetico, accattivante e convincente senza inflessioni dialettali o anacoluti, dirigendo lo sguardo elettivamente sui commissari più disponibili ad annuire. Utilizzare un lessico appropriato senza lunghe pause di riflessione. L’agitazione momentanea può essere superata calzando sulle finali delle parole.
  • Arricchire la conversazione con riferimenti all’esperienza scolastica del quinquennio con frequenti paralleli interdisciplinari. Riportare naturalmente le esperienze positive.

-2 GIORNI ALL'ESAME

ASTUZIE DEL MESTIERE (DI ORATORE)

  • Mentre si ascolta la domanda mantenere lo sguardo sereno e variamente orientato; effettuare gesti annuenti con il capo. Nel rispondere, usare il pensiero positivo per creare un feeling, un clima favorevole attraverso un credito di fiducia nei confronti dei commissari e trovare una possibile e durevole intesa sulle proprie affermazioni (captatio benevolentiae): ciò sarà facilitato dalla precedente fase di informazioni raccolte.
  • Sono d’obbligo una buona presenza, il sorriso possibilmente spontaneo se muniti di mascherine trasparenti, un uso discreto delle mani a sostegno emotivo, postura assisa corretta, tono di voce marcato con modulazioni diverse per sottolineare l’incedere del discorso (evitare cantilene, inflessioni dialettali). 
  • Infine, interessare e coinvolgere tutti i commissari con riferimenti interdisciplinari, connessioni storico-geografiche, con brevi digressioni, con sguardi insistiti e sorrisi d’intesa.

-1 GIORNO ALL'ESAME

CORAGGIO! CI SIAMO QUASI

  • Non lasciarsi inibire da affermazioni censorie o contestative da parte di qualche severo commissario; controbattere invece, punto su punto con argomentazioni varie. Non assumere mai atteggiamenti passivi, rinunciatari o perdenti. “Dare battaglia”. 
  • Tentare di portare il discorso sull’argomento su cui ci si sente più ferrati o più sicuri.
  • Cercare di indirizzare il discorso su ciò che si vuol fare “da grande”: il lavoro desiderato, la ricerca, le risorse da impiegare, l’autonomia da conquistare. Tutti elementi indicatori della maturità raggiunta e del proprio “progetto di vita” cui la scuola ha contribuito nel quinquennio.

E adesso….

IN BOCCA AL LUPO DA POLIARTE!

 

Fonte: La Città Quotidiano