Il ruolo dell'intelligence in Medio-oriente - Cybersecurity360

A metà dicembre a Varsavia si sono incontrati il direttore della CIA, William J. Burns, quello del Mossad, David Barnea, e l’emiro del Qatar, Mohammed Al Thani, con l'obiettivo di raggiungere una seconda tregua umanitaria a Gaza, mentre si dipanava lo scandalo degli Spy Cables pubblicati dopo il caso Snowden.

Nel mio articolo per Cybersecurity360 i dettagli

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Medio-oriente: il ruolo dell’intelligence e il caso Spy Cables

Gli stessi vertici dell'intelligence si erano già incontrati nel 2015, in occasione di una delle fughe di dati di intelligence classificati più importanti, dopo il caso Snowden: Spy Cables, comprendente documenti dal 2006 al 2014. Tra le informazioni diffuse, anche quelle riguardanti i tentativi della CIA di mettersi in contatto con Hamas, nonostante il divieto ufficiale degli Stati Uniti, dell’Europa e di Israele. Inoltre, è stato divulgato un documento  sui tentativi dell’Iran di costruire un’arma nucleare, a seguito del quale il Mossad aveva fatto pressione alle Nazioni Unite sulla missione conoscitiva a Gaza, preoccupato che potesse pregiudicare la posizione di Israele negli accordi di pace con la Palestina. Su richiesta degli USA, i servizi segreti del Sud Africa avevano poi monitorato gli agenti iraniani e l'MI6 aveva sospeso le vendite sudafricane verso una società iraniana, coinvolta probabilmente nello sviluppo di missili balistici. Nel terzo documento diffuso emergeva il piano dell'MI6 per reclutare un agente della Corea del Nord.

Assenti Regno Unito e Francia

Secondo fonti anonime, queste informazioni potrebbero essere il motivo per cui Regno Unito e Francia non erano a Varsavia. Entrambi i paesi hanno sempre difeso e appoggiato Israele: negli anni Cinquanta si erano rivolte a Israele per fronteggiare Nasser che, con la nazionalizzazione del Canale di Suez e il divieto di passaggio delle loro navi, aveva tentato di minare gli interessi economici delle due potenze.

Un cessate il fuoco unanime

Il secondo cessate il fuoco si è rivelato quasi necessario dopo gli attacchi di Israele e l’alto numero di vittime e feriti. Gli Stati Uniti hanno inviato a Tel Aviv prima il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan e poi il segretario alla Difesa Lloyd Austin per raggiungere una fase dell’operazione militare depotenziata e più mirata, mentre gli altri alleati di Israele chiedono il cessate il fuoco. Alla luce delle ultime nuove misure adottate da Tel Aviv, come il valico israeliano di Kerem Shalom, gli USA invieranno l'equipaggiamento necessario.

La situazione degli ostaggi

Nel frattempo, secondo il Jerusalem Post sono 129 le persone in ostaggio a Gaza, anche se, a quanto pare, non tutti vivi. Grazie all’intercessione del Qatar, i civili liberati nel primo accordo sono stati 105, di cui 81 israeliani, 23 cittadini thailandesi e un filippino, mentre da parte di Israele sono stati 240 donne e minori palestinesi.

 

Fonte: Cybersecurity360