Terre rare: cosa sono e dove si trovano le risorse principali - Agenda Digitale

L'Europa sta cercando di raggiungere l'indipendenza dalla Cina per le terre rare, senza compromettere i rapporti con Pechino. Ma cosa sono le terre rare e perché sono così importanti?

Nel mio articolo per Agenda Digitale un quadro della situazione

terre rare

Di cosa parliamo quando parliamo di terre rare

Le terre rare indicano diciassette metalli essenziali, che, grazie alle loro proprietà chimiche, possono essere sfruttati per realizzare prodotti di alta tecnologia, come televisori, memorie dei pc, batterie, cellulari, generatori di turbine eoliche, pannelli fotovoltaici e auto elettriche. Le terre rare sono presenti principalmente in Brasile, Russia e Cina, che ne è il principale produttore, con il più grande giacimento a Baotou. Il loro consumo è sempre più necessario a causa del maggiore consumo di risorse naturali causato dall'aumento della popolazione globale e dallo sviluppo tecnologico, nonostante la loro estrazione abbia un forte impatto ambientale. Infatti, quest'ultima, insieme al raffinamento, crea scarti tossici rilevanti con dannose conseguenze, come la perdita di biodiversità, l’inquinamento idrico, l’erosione del suolo e la formazione di pozzi di assorbimento.

 

Il primato della Cina

Il ruolo predominante della Cina riguarda anche lo sfruttamento strategico delle terre rare: è la produttrice mondiale di ossidi di terre rare, il prodotto grezzo estratto dalle miniere da cui si possono separare gli elementi delle terre rare. Il primato riguarda anche la separazione degli elementi dagli ossidi, la raffinazione e la forgiatura in leghe, prima della trasformazione finale in magneti. Il vantaggio competitivo della Cina sembra ormai inespugnabile, considerando anche l'implementazione dei controlli sulle importazioni e sulle esportazioni di terre rare e materiali lavorati e la valutazione di un divieto di esportazione della proprietà intellettuale per la tecnologia di produzione dei magneti.

 

Come si colloca l’Ue sullo scacchiere delle terre rare

La domanda di terre rare non potrà che aumentare sempre di più, di pari passo con lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione. Secondo Ton Bastein, scienziato del TNO, un istituto di ricerca dei Paesi Bassi, in Europa non ci sono riserve significative, non siamo pronti al riciclaggio di questi materiali, nè alla loro lavorazione. Tutto questo è strettamente collegato alla dipendenza dell'UE dalla Cina per componenti cruciali, anche per campi in cui sono leader mondiali, come ad esempio quello della produzione di turbine eoliche, veicoli elettrici o altre innovazioni “green”. 

L’Europa, nel frattempo, sta cercando alternative valide e sembrerebbe che l’Australia sia un valido sostituto. Nel continente è presente la miniera di Mount Weld, che fornisce attualmente il 6% della produzione mineraria mondiale di terre rare. Anche gli Stati Uniti potrebbero rappresentare una soluzione, grazie alla miniera di Mountain Pass in California.

In "casa", invece, ci sarebbero un impianto di separazione per la produzione di magneti in Estonia, gestito dalla canadese Neo Performance Materials, e il sito francese di La Ronchelle della società Solvay, di prossima espansione. A Kiruna, in Lapponia, è stato scoperto a inizio anno il più grande giacimento europeo di metalli di terre rare dalla società mineraria statale svedese LKAB, considerata attualmente la più grande miniera sotterranea di minerale di ferro del mondo.

 

Previsioni e misure

Questo progetto da solo non ha le potenzialità di rendere indipendente l'Europa. Si stima un’attesa per la prima produzione di 5/7 anni circa, senza contare tutti i possibili ostacoli burocratici o ambientali. Già a marzo 2023 l’Unione Europea ha proposto una legge sulle materie prime critiche, le CRMA, che prevede misure per semplificare le autorizzazioni, per individuare finanziamenti da destinare ai progetti più validi e definire gli obiettivi per l’approvvigionamento, la produzione e il riciclaggio internazionali. Sono stati stanziati quasi 19 milioni di euro di fondi europei per realizzare un impianto in Estonia, ai confini con la Russia, e si sta lavorando a misure per creare centri di produzione di magneti permanenti, ma c'è bisogno di maggiori aiuti. Il CRMA probabilmente sarà adottato entro la fine del 2023, ma gli esperti ritengono che non basterà per supportare l’Europa nel diventare indipendente dalla Cina entro la fine del decennio.

 

Fonte: Agenda Digitale