Huawei e Apple hanno lanciato nuovi prodotti: il Mate 60 Pro, il primo smartphone interamente prodotto in Cina capace di collegarsi alla rete 5G, e nuovi dispositivi della "mela".
Nel mio nuovo articolo per Cybersecurity360, analizzo come queste novità siano foriere di tensioni
Partiamo dal fatto che il nuovo telefono di Huawei ha utilizzato processori realizzati da Smic, l'azienda cinese leader nella produzione di chip, che gli Stati Uniti volevano tenere lontani dalle aziende cinesi. Nel frattempo, la Cina ha proposto di vietare l’iPhone ad alcuni dipartimenti governativi cinesi e aziende statali, dopo presunte falle nella sicurezza dei dati sfruttabili dagli USA per spiare gli utenti degli iPhone di Cupertino.
Divieti sui chip e conseguenze
Secondo Nvidia, azienda di processori per l’intelligenza artificiale, l'anno scorso gli Stati Uniti hanno limitato le esportazioni in Cina di chip avanzati e strumenti per produrli per controllare le esportazioni dei chip verso il Medio Oriente.
Allo stesso tempo, sempre l'anno scorso, i chip di memoria di Micron sono stati esclusi da alcuni progetti infrastrutturali e ciò potrebbe provocare una riduzione delle entrate annuali di oltre il 10%. Nel caso dei produttori americani di strumenti per la produzione di chip, ad avvertire lo scorso anno di una riduzione delle vendite di 2 miliardi di dollari nel 2023, circa il 10% del fatturato, sono state lam Research e Applied Materials, che, però, possono continuare a vendere apparecchiature dedicate alla produzione di semiconduttori meno avanzati alla Cina, compensando in questo modo le perdite. Per questo motivo, come riportato dalla società di analisi New Street Research, tra il 2019 e il 2023 sono aumentati di quattro volte gli acquisti cinesi di questi strumenti.
Gli USA vittime della loro stessa guerra tech
Secondo il Wall Street Journal, gli Stati Uniti hanno limitato l’accesso cinese al cloud computing americano, con conseguenze che non colpirebbero solo Apple, ma anche le altre grandi aziende tecnologiche USA, come Alphabet, Amazon, Microsoft. La quota di Huawei nelle vendite nazionali di smartphone è cresciuta dal 7% al 13% nell’anno fino al secondo trimestre del 2023, secondo la società di ricerca Idc. Anche Huawei trae vantaggio dagli sforzi di Smic per innovare in base ai controlli americani.
Tensioni senza fine
Nel frattempo, la Cina ha accusato gli USA di aver portato avanti per anni attività di hackeraggio su Huawei: secondo il Centro nazionale di risposta emergenziale ai virus informatici della Cina, delle indagini su un attacco informatico hanno fatto scoprire un nuovo spyware, chiamato “Second Date”, che si è infiltrata nelle reti di numerosi Paesi e in quella di Huawei.
Fonte: Cybersecurity360