Il ruolo di Telegram nella rivolta della Wagner contro Putin - Agenda Digitale

La piattaforma di messaggistica Telegram ha avuto un ruolo centrale nella rivolta di Prigozhin contro il governo russo e non solo.

Canali come Telegram si stanno facendo strada nella comunicazione di propaganda e reclutamento, vediamo come nel mio articolo per Agenda Digitale

Il ruolo di Telegram nella rivolta della Wagner contro Putin

Telegram come “spazio di battaglia digitale”

Telegram, a seguito dell’invasione russa in Ucraina, è diventato uno dei mezzi principali per tenersi aggiornati in tempo reale, non solo da parte dei cittadini, ma anche da parte dei soldati e del governo. Questo “spazio di battaglia digitale”, come è stato soprannominato dal Time, è stato utilizzato anche negli ultimi giorni, in cui in Russia sembrava stesse per scatenarsi una guerra civile.

Piattaforme di comunicazione come Telegram si sono trasformate sempre più in canali alternativi per comunicare, sapere, reclutare, organizzarsi. Dai gruppi terroristici al revenge porn, diversi sono gli utilizzi delle chat che stanno spopolando.

 

Il canale Telegram del gruppo Wagner 

Per esempio, il canale Telegram del gruppo Wagner raccoglie notizie, annunci di propaganda e di reclutamento, come  aggiornamenti sulla guerra, discorsi istituzionali, meme, presunte intercettazioni telefoniche,  le liste di requisiti necessari per diventare “un vero Wagner” e così via. Come riferisce Aric Toler, giornalista investigativo di Bellingcat, “La guerra Russia-Ucraina è al 99% su Telegram […] Prigozhin ha trasmesso, organizzato e orchestrato tutto questo dalla piattaforma”.

Il canale conta 1,3 milioni di follower ed è stato lanciato solo lo scorso novembre. Toler, grazie al suo monitoraggio costante dei canali Telegram russi e ucraini e dei singoli canali al suo interno, ritiene che “quasi tutte le informazioni sulla guerra su Twitter, [Instagram, Facebook e altri] sono a valle di Telegram” e molti account popolari raccolgono e riscrivono ciò che viene diffuso su Telegram, utilizzando anche programmi non molto affidabili per tradurre i canali.

 

Le ragioni del successo di Telegram

Fondato da Nikolaj e Pavel Durov dieci anni fa, è subito diventato un’alternativa più sicura a WhatsApp, soprattutto grazie al fatto che utilizza un sistema di crittografia per proteggere la privacy dei messaggi e che non c'è censura, nessun tipo di controllo e di collaborazione con le autorità. Inoltre, i servizi di Telegram sono basati su un cloud erogato dalla società Telegram LLC, con sede a Dubai. Non è possibile, quindi, rivolgere richieste alla società in assenza di rogatoria internazionale.

I fondatori di Telegram avevano creato anche un popolare social network russo, VKontakte, e hanno lanciato la piattaforma di messaggistica nel periodo in cui gli alleati del Cremlino hanno preso il controllo di Vkontakte. Pavel Durov ha dichiarato nel 2014 al New York Times che Telegram è stato concepito dal desiderio di avere una piattaforma di comunicazione libera e sicura fuori dalle mani dello Stato russo. Infatti, l’applicazione è stata fondamentale, ad esempio, in nazioni come la Bielorussia, in cui è stata sfruttata per le proteste per le elezioni del 2020 e come la Cina per le manifestazioni del lockdown dovuto al Covid-19.

 

Telegram: un canale per tutti, forse troppo

Rispetto ad altre piattaforme apparentemente più utilizzate, come Whatsapp, Telegram è la favorita di attivisti, truffatori di cryptovalute, spacciatori, terroristi, estremisti, cospirazionisti. Perché?

Molto spesso, l’unico modo per ottenere informazioni è infiltrarsi nei gruppi e monitorare dall’interno le informazioni e i dati scambiati. Avere il servizio in cloud significa anche che tutte le conversazioni e gli allegati multimediali vengono salvati online e sono accessibili da qualsiasi dispositivo da cui effettuiamo l’accesso; in più, non impatta sulla memoria interna del nostro dispositivo.

È anche possibile creare chat segrete, in cui le conversazioni si autodistruggono. La forza di Telegram, poi, è che protegge i messaggi da qualsiasi parte esterna che voglia accedervi e permette anche agli utenti deplorati altrove di avere voce e crearsi un pubblico di sostenitori, con una moderazione dei contenuti non vincolante, eccetto per quelli di pornografia illegale ed espliciti appelli pubblici alla violenza. Ricordiamo l’influencer di estrema destra Milo Yiannopoulos e simpatizzanti neonazisti come Nick Fuentes che hanno sfruttato la clemenza dell’app per continuare ad allargare la cerchia dei supporter, sollecitare donazioni e spargere una retorica di odio.

In più, Telegram, rispetto alle altre piattaforme, funziona maggiormente a invito in canali specifici, cosa che rende più complicato l’accesso ad accademici, giornalisti o Forze dell’Ordine in generale. Solo per il mercato grigio delle pillole abortive su Telegram sono stati trovati 200 canali pubblici contenenti 47.000 messaggi, ma, proprio per il funzionamento a invito della piattaforma, è stato quasi impossibile risalire a chi vendeva prodotti farmaceutici legittimi e quali organizzazioni erano prestanome o truffe.

 

Conclusioni 

In un recente articolo, le studiose Mariëlle Wijermars e Tetyana Lokot hanno osservato che, durante le proteste elettorali bielorusse, il marketing di Telegram come strumento di organizzazione sicuro e prodemocratico ha portato i dissidenti “a percepirlo come un alleato nella loro lotta contro le repressioni e la censura digitale”, spingendoli a iscriversi in massa. Nel frattempo, anche lo Stato bielorusso ha approfittato della mancanza di moderazione e di regole anticensura di Telegram per cooptare gli sforzi di base degli attivisti democratici, manipolando i cittadini con la diffusione di propaganda sui canali Telegram gestiti dallo Stato.

 

Fonte: Agenda Digitale