Fabrica Floridi: speciale Social Intelligence - Forbes

Sono stato ospite della nuova puntata di Fabrica Floridi, il web show condotto dal filosofo Luciano Floridi, a tema Social Intelligence, concetto strettamente connesso al contrasto, attraverso il mondo dei social, alla povertà educativa e al fenomeno dei neet.

000 Fabrica Floridi

Durante l’episodio ho presentato un nuovo progetto di comunicazione e informazione, 000-Intelligence of Things, ponendo a tutti e tutte due domande a cui proveremo a dare una risposta: siamo sorvegliati o sicuri? E quali sono le ripercussioni per la nostra libertà? 

Hanno partecipato, con le loro riflessioni sul tema, anche Luciano Violante, Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine, Walter Quattrociocchi, Data Science and Complexity for Society - La Sapienza, Paolo Boccardelli, Luiss Guido Carli, Gianluca Landolina, presidente Camera di Commercio Ufficiale di Spagna in Italia, Enzo Argante, presidente di Nuvolaverde, Elisa Zambito Marsala, responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università - Intesa Sanpaolo, Anselmo Prestini, influencer e scrittore, Roberto Celestri, art influencer.

La puntata è visibile in streaming su Forbes.it, Formiche.net, Nuvolaverde.eu e dal 27 febbraio andrà in onda su Forbes Tv (Sky511, Tivusat61, DT 260) e in streaming su www.bfcvideo.com. 

 

Cos’è l’Intelligenza Sociale?

Quello dell’intelligenza sociale, in inglese Social Intelligence, legato al digitale, è un tema molto serio, di grande interesse e attualità, come evidenziato in apertura dal Filosofo Luciano Floridi. Argomento che è strettamente connesso a quello dei social, ormai onnipresenti nella nostra società. Caratterizzati da velocità, varietà di temi, ma anche da profondità? Un modo per fruire di informazioni in ogni momento e quindi una risorsa, o qualcosa di cui preoccuparsi? Luciano Violante, Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine -, ha risposto alle domande degli Jedi, mettendo in luce come questi canali non debbano essere demonizzati, ma anzi, vadano usati. Per farlo in maniera consapevole è necessaria però una pedagogia del digitale. Bisogna imparare a capire bene i loro meccanismi, per non correre il rischio di diventare noi stessi servi di questi mezzi tecnologici.

E che cosa possono provocare l’utilizzo quotidiano e sfrenato degli smartphone e dei social? Questi comportamenti potrebbero danneggiare le nostre capacità cerebrali? Walter Quattrociocchi – Data Science and Complexity for Society, Sapienza Roma – ha riportato come la faccenda sia molto dibattuta in ambito accademico. Pare che ci siano evidenze empiriche e scientifiche che indicano che queste nuove tecnologie possano dare un’assuefazione negativa ai bambini, soprattutto nella fase pre-adolescenziale, ma è presto per rispondere a questi quesiti con precisione: “Siamo ancora in una fase di studio e di assestamento rispetto alla questione – ha concluso Quattrociocchi -, bisogna capire se è un fenomeno effettivamente sostanziale o si verifica solo in alcuni casi”.

E che cosa possono provocare l’utilizzo quotidiano e sfrenato degli smartphone e dei social? Questi comportamenti potrebbero danneggiare le nostre capacità cerebrali? Walter Quattrociocchi – Data Science and Complexity for Society, Sapienza Roma – ha riportato come la faccenda sia molto dibattuta in ambito accademico. Pare che ci siano evidenze empiriche e scientifiche che indicano che queste nuove tecnologie possano dare un’assuefazione negativa ai bambini, soprattutto nella fase pre-adolescenziale, ma è presto per rispondere a questi quesiti con precisione: “siamo ancora in una fase di studio e di assestamento rispetto alla questione – ha concluso Quattrociocchi , bisogna capire se è un fenomeno effettivamente sostanziale o si verifica solo in alcuni casi”.

I social media sono anche una grande risorsa. Possono essere un veicolo, ad esempio, per contrastare la povertà educativa e il fenomeno dei cosiddetti neet (“Not in Education,Employment, or Training”), ragazzi che non lavorano e non studiano. Paolo Boccardelli – Luiss Guido Carli Roma -, infatti, ha riportato un dato interessante che riguarda proprio i neet dai 15 ai 29 anni: la media europea è del 13,1%, quella italiana del 23,1%. Quasi il doppio, una questione di enorme portata per la nostra società contemporanea. Per cercare di abbassare questa triste percentuale, prenderà vita un nuovo progetto, Social Intelligence, una piattaforma – Siamo Jedi, che racconterà delle storie legate alla transizione digitale, cultura economia e non solo.

 

“Utilizzare i social per creare una comunità di giovani”

L’iniziativa, realizzata da Nuvolaverde e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con prestigiosissimi Partner, vuole “utilizzare i social per creare una comunità di giovani, – ha detto Enzo Argante, Nuvolaverde, – formarli al loro utilizzo e collegarli alle imprese europee per attivare percorsi di occupabilità”. Un progetto che è di grande importanza perché, basandosi su studi concreti, condotti dall’Osservatorio di Intesa Sanpaolo curato dalla Luiss e diretto da Boccardelli, vuole costruire nuove opportunità e instaurare un legame tra i giovani e il mondo delle Imprese. La volontà di creare percorsi occupazionali concreti è stata messa in risalto da Gianluca Landolina, presidente della Camera di Commercio Ufficiale di Spagna in Italia, che, marcando l’internazionalità dell’iniziativa, ha comunicato la volontà delle aziende socie delle Camere di Commercio di accogliere il contributo positivo di ragazzi, e non solo, in cerca di un’occupazione.

Anche Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università Intesa Sanpaolo, presentando l’iniziativa, ha espresso l’urgenza di attivarsi: “I giovani rappresentano un bene prezioso e una componente fondamentale della nostra società, ma allo stesso tempo sono anche molto vulnerabili. Il fenomeno dei neet ne è un esempio. L’avvento dei social media in tutta la loro potenza ha in parte destabilizzato ulteriormente i giovani, in questo contesto è sempre più complesso comprendere chi sono gli esempi da seguire e quali sono i valori di riferimento. Dall’altra parte è giusto riconoscere i social come strumenti di indubbia efficacia e aggregazione”. La Dott.ssa Zambito ha infine messo l’accento sull’obiettivo che il programma Social Intelligence si è posto: agire concretamente contrastando la povertà educativa e il fenomeno dei neet, parlando ai giovani con il loro linguaggio preparandoli all’uso responsabile dei social in funzione di una cultura del lavoro innovativa e sostenibile.

Non sono mancati momenti di magia con Anselmo Prestini, influencer e scrittore, che ha suscitato molta curiosità con il suo romanzo “Per un pugno di follower”, Vallardi Editore, con Roberto Celestri, art-influencer, che ha approfondito la relazione tra arte e social media, e l’importanza di trovare la maniera giusta per comunicarla su questi canali. Sul tema della sicurezza si è conclusa la puntata, il Filosofo Floridi ha risposto a una domanda molto interessante posta dai ragazzi de Il Bullone: sicurezza in cambio di libertà, quanto ci rendiamo conto dello scambio che accettiamo.

Il web show è condotto dal filosofo di Oxford University e di Alma Mater Studiorum Università di Bologna Luciano Floridi, e propone incontri con i personaggi al vertice delle realtà istituzionali e di impresa che hanno grande influenza sui temi fondamentali del cambiamento tecnologico. Fuori campo, a scandire tempi e modi della narrazione il presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.

La regia è di Giuseppe Scutellà (Teatro PuntozeroBeccaria). In redazione gli Jedi di Nuvolaverde (Ginevra Montano), di Punto Zero Beccaria (Alessandra Turco, Enea Scutellà, Alex Simbana), di Fondazione Margherita Hack (Elisa Paolinelli) e i giornalisti sociali della redazione de Il Bullone(Mario Raggio). La produzione di Fabrica Floridi è coordinata da Lisa Mazoni del Teatro Puntozero Beccaria con i ragazzi dell’area penale interna ed esterna IPM e USSM Cesare Beccaria di Milano: Vanessa Costa, Federico F. Davide R.  Mattia Romeo, Alex Simbana, Alessandra Turco, Enea Pablo Zen.

 

 

Fonte: Forbes.it