Cybersecurity e sicurezza della Repubblica sono stati affidati in delega al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, magistrato. A differenza dei precedenti Governi, quindi, non è una figura tecnica a gestire la materia.
Ecco il suo profilo nel mio articolo per Cybersecurity360
Cybersecurity e sicurezza della Repubblica sono stati affidati al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, magistrato. Prima si è dovuto intervenire sulla legge 124/2007, che regola i servizi informativi, per consentire la delega. Conosciamo meglio la nuova Autorità Delegata.
Le deleghe al Sottosegretario Alfredo Mantovano
Nello specifico: Alfredo Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio della Repubblica, ha ottenuto ufficialmente la delega a cybersecurity, servizi segreti e lotta alla droga, con la pubblicazione dei Dpr in Gazzetta Ufficiale. Affinché Mantovano, oltre alla sua carica attuale, potesse assumere questa delega, nelle scorse settimane sono state apportate modifiche alla legge 124/2007, del 3 agosto, “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 187 del 13 agosto 2007, entrata in vigore il 12 ottobre, ampliamento e superamento della nota legge 24-10-1977 n. 801, “Istituzione e ordinamento dei servizi per la informazione e la sicurezza e disciplina del segreto di Stato”, deputata alla regolamentazione dei reparti di intelligence dato che la stessa non permetteva in precedenza all’Autorità Delegata di assumere altre funzioni governative. Era già successo nel 2008 con l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per far sì che Gianni Letta, sottosegretario durante il suo governo, potesse essere investito anche della carica di Autorità Delegata.
Il decreto che ufficializza l’affidamento a Mantovano di cybersicurezza e intelligence risale allo scorso 12 novembre e crea una linea di continuità con il precedente governo Draghi, che ha voluto portare cyber-resilienza e cyber-intelligence sotto lo stesso cappello dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
Mantovano quindi sarà l’interlocutore privilegiato di Roberto Baldoni, direttore dell’Agenzia, sotto il Governo Meloni.
Le altre deleghe affidate con un altro decreto approvato lo stesso giorno riguardano, oltre alla lotta alla droga già menzionata, con incarico di rappresentazione anche presso gli organismi internazionali dell’Unione Europea competenti, la gestione amministrativa del Consiglio di Stato e dei Tribunali amministrativi regionali, della Corte dei conti, dell’Avvocatura dello Stato, degli altri organi ed enti che fanno capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri e altre materie che, tra le altre cose, riguardando la nomina di esperti e consulenti, la costituzione di organi di studio, commissioni, comitati e gruppi di lavoro, la designazione di rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei ministri “in organismi analoghi operanti presso altre amministrazioni o istituzioni anche europee e internazionali”. Inoltre, Mantovano è a capo del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e si occupa anche della promozione delle politiche volte al contrasto a ogni fenomeno di dipendenza giovanile.
Deleghe dal Governo per la cybersecurity, le differenza con il passato
Rispetto all’amministrazione precedente, in cui Franco Gabrielli, sottosegretario con delega ai servizi e alla cybersicurezza, e Vincenzo Colao, ministro della Transizione Digitale, erano tecnici, nel governo attuale presieduto da Giorgia Meloni questi due ruoli sono ricoperti da due rappresentanti di Fratelli d’Italia, Alfredo Mantovano come autorità delegata e Alessio Butti come sottosegretario con delega all’innovazione digitale. Mantovano in passato si era già pronunciato sull’importanza di una collaborazione tra forze dell’ordine e agenzie private per la sicurezza e la tutela nazionale, anche sul piano cyber, così come lo stesso Gabrielli.
Anche nel caso dell’elezione di Elisabetta Belloni a capo del DIS, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), la scelta era ricaduta su una figura non tecnica, ma diplomatica, essendo ambasciatrice, aprendo a una collaborazione, creando dei reparti separati con una demarcazione tra interesse nazionale e rotazione asset, ma sempre in costante dialogo.
Chi è Alfredo Mantovano
Alfredo Mantovano, di origini pugliesi, classe 1958, è entrato in magistratura nel 1983, dopo aver conseguito una laurea in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma nel 1981, e dal 1985 al 1987 è stato pretore del mandamento di Ginosa, Taranto, per poi passare ad essere giudice penale al tribunale di Lecce dal 1988 al 1996. Dal 2015 è presidente della sezione italiana della Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre, vicepresidente del Centro studi Rosario Livatino e direttore responsabile di L-Jus, la rivista on line dello stesso Centro studi. Dal nuovo incarico al governo Meloni si è dimesso da entrambe le associazioni.
Il percorso politico inizia nel 1996 con l’elezione, durante la XIII Legislatura, alla Camera dei deputati nel collegio n. 8 della circoscrizione pugliese. Le proposte di legge da lui avanzate e approvate dal governo riguardano i “rientri” dai protesti, i magistrati nelle zone “a rischio”, il risarcimento dei danni in favore delle vittime della mafia, la protezione e la tutela dei “testimoni di giustizia”. Contribuisce all’approvazione della riforma del sistema di risarcimento per le vittime del racket e dell’usura e come componente della Commissione antimafia, coordina dal 1997 al 1999 il primo comitato per il contrasto del racket, dell’usura, del riciclaggio e delle connessioni tra criminalità organizzata e appalti. Dal 2000 alla fine della Legislatura coordina il Comitato sul contrabbando.
Durante la XIV Legislatura diviene Sottosegretario dell’Interno dal 2001 al 2006 e segue l’approvazione di leggi su immigrazione, contrasto al terrorismo, violenza sportiva, vittime del terrorismo, droga e ordinamento delle forze di polizia.
Dal 2006, con la XV Legislatura, diviene Senatore ed entra nella Commissione Affari costituzionali e nel Comitato parlamentare di controllo sui Servizi di informazione e Sicurezza.
Deputato dal 2008, durante la XVI Legislatura assume il ruolo di Sottosegretario fino al 2011, con delega alla pubblica sicurezza, alla presidenza della Commissione sui programmi di protezione per collaboratori e testimoni di giustizia, al Commissario antiracket e antiusura, al Commissario sulle vittime della mafia e al Commissario sulle persone scomparse. Segue il “pacchetto sicurezza”, la serie di leggi mirate alla lotta alle mafie, alla prevenzione dell’immigrazione clandestina e alla sicurezza urbana. Si occupa di interventi su territori complessi, ricordiamo l’azione in aree a rischio come “modello Caserta” o l’intervento sulla città di Prato. Coordina i lavori del Comitato per l’Islam italiano e compone l’unità di crisi al momento dell’immigrazione nel 2011. Cessato l’incarico politico, entra nella Commissione Bilancio della Camera dei deputati.
Consigliere dal 2013 al 2018 alla IV sezione penale della Corte di appello di Roma, impegnato, tra le altre cose, nelle misure di prevenzione e di diritto penale europeo e internazionale, diventa Consigliere alla II sezione penale della Corte di Cassazione dal 2018 al ad oggi.
Fonte: Cybersecurity360