Prima la salita di Elisabetta Belloni a capo del Dis, poi dimissioni di Raffaele Volpi dalla presidenza del Copasir. Uno scossone senza precedenti, in una fase in cui l’intelligence deve fronteggiare parecchie priorità.
Eccole nel mio articolo per Agenda Digitale
Dopo la nomina di Elisabetta Belloni a capo del DIS, il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica, prima donna nella storia dei servizi segreti italiani, abbiamo assistito alle dimissioni di Raffaele Volpi dalla presidenza del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
Si è aperta una frattura senza precedenti. Ma cosa sta accadendo all’interno dell’intelligence italiana?
Le biografie dei protagonisti, come spesso accade nelle vicende fortemente politiche, possono offrire una prima luce sulla questione.
Il DIS e il nuovo compito di Elisabetta Belloni
Non nuova ad impegni di alto profilo, Elisabetta Belloni, oltre ad essere da pochi giorni la prima donna a capo del Dis, era stata anche prima nel diventare segretario generale del ministero degli Esteri e aveva avviato la carriera diplomatica negli anni ‘80 con le rappresentanze a Vienna e a Bratislava, distinguendosi poi dal 2004 al 2008 nella direzione dell’Unità di Crisi della Farnesina.
Da qui ruoli sempre più di cooperazione e innovazione. Nel 2014 è diventata ambasciatrice di grado e, dall’anno successivo, capo di gabinetto per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dal 2016 Segretaria Generale del Ministero degli Affari Esteri, ruolo che sarà ricoperto dall’ambasciatore Ettore Sequi, attualmente suo capo di gabinetto.
Le sfide di Belloni
Per Belloni il momento è abbastanza complicato, soprattutto alla luce del dibattito interno sull’incontro fra Matteo Renzi e la spia Marco Mancini in autogrill che ha delineato una crepa sull’informazione interna dello stesso comparto. In più deve tener testa, ripristinare alcune regole ferree e rispondere all’Ufficio di presidenza del Copasir che nei giorni scorsi con riferimento alla vicenda Report-Renzi, ha deliberato nella prossima seduta, in sede plenaria, “l’avvio della procedura di cui all’articolo 34 della legge 124/2007 che prevede di richiedere al presidente del Consiglio dei ministri l’attivazione delle inchieste interne ai sensi dell’articolo 4, comma 3 lettera i) della medesima normativa”. Ovvero un’indagine interna su Mancini, incaricato di vigilanza sull’uso dei fondi riservati, presa dal comitato dopo l’audizione di Gennaro Vecchione, ex direttore del Dis e fedele dell’ex premier Giuseppe Conte.
Oltre a questa spinosa vicenda, la neoeletta a capo del Dis dovrà occuparsi di Cybersecurity, dopo che durante l’ultimo governo Conte la proposta di istituire una fondazione dedicata alla sicurezza cyber, di cui però si era già accennato in passato, durante il governo Gentiloni, è stata ritirata a causa dell’avversione da parte di Pd e Italia Viva, così come del Copasir.
Sicuramente Belloni non è stata una scelta casuale, proprio per il suo trascorso di stampo manageriale di rilievo, necessario a ricoprire una carica così importante come quella di direttore generale del Dis e a gestire questioni come la Cybersecurity, dai tanti risvolti.
Le dimissioni di Raffaele Volpi
Ma come detto il mondo dei servizi italiani non ha solo visto il cambio della direzione del Dis, con l’uscita di scena di Gennaro Vecchione per lasciare spazio a Elisabetta Belloni, da poche ore ha assistito anche alle dimissioni, ormai aspettate, dopo le varie pressioni degli ultimi mesi, del presidente del Copasir Raffaele Volpi.
Infatti, Fratelli d’Italia aveva chiesto che Volpi, rappresentante della Lega, partito di maggioranza, si dimettesse per far sì che fosse la sua leader, Giorgia Meloni, a subentrare con il suo partito di opposizione. Anche Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno manifestato di voler procedere in tal senso, ma la Lega per bloccare nuove elezioni della presidenza del Copasir, Adolfo Urso sarebbe l’unico papabile di Fratelli d’Italia, oltre a far dimettere Volpi, ha tentato di far dimettere l’intero comitato.
Ha chiesto, infatti, di rieleggere tutti i membri in modo che cinque su dieci vadano all’opposizione, come stabilisce la legge. Attualmente invece la composizione del comitato è di due membri della Lega, uno di Fratelli d’Italia, tre del Movimento 5 Stelle, due di Forza Italia, uno del Partito Democratico, uno di Italia Viva.
Le priorità del Copasir
Il Copasir, al momento senza presidente, deve comunque portare avanti diverse questioni ancora da dipanare: dalla valutazione delle possibili criticità sul settore biomedicale e minacce alla campagna vaccinale, al 5G, Golden Power, fino alla creazione di un dialogo con i nuovi esponenti dell’intelligence italiana, Elisabetta Belloni e Franco Gabrielli, così come gestire i vari spygate passati e più recenti.
Ci saranno prossimamente due audizioni cruciali: quella di Gabrielli sull’indagine interna dei servizi sull’incontro in autogrill tra Renzi e Mancini e quella di Renzi che ha accusato Conte di aver autorizzato colloqui “illeciti” tra i nostri servizi segreti e il procuratore USA William Barr nel 2019. Qui il vero nodo secondo fonti anonime.
C’è da dire che il Copasir dovrebbe rappresentare terreno di coalizione tra i vari partiti, essendo privo di colori politici, e ha bisogno, così come l’intelligence italiana, di uomini e donne competenti e della loro operatività senza veti e vestiti politici.
Fonte: Agenda Digitale