Il quarto appuntamento della mia rubrica "Intelligence delle Cose" per Affidaty è online. In questa puntata dal titolo "Teoria delle reti: il ponte delle nuove discipline" parliamo di quella colla che tiene insieme tutto: la rete, o meglio, il concetto di rete. Dopo aver parlato di www, nodi, Cibernetica, e in attesa di raccontare il page rank, gli algoritmi, l'Intelligenza Artificiale, i cookie e la Blockchain, è necessario descrivere questo elemento e la sua correlazione con diversi aspetti della nostra vita
La storia che voglio raccontarvi questo mese non riguarda una singola teoria, ma “il luogo“ ideale di passaggio su cui tantissime teorie contemporanee, dall’intelligenza artificiale alla blockchain, poggiano i loro principi e i loro concetti.
Questo perché molte volte chi si accosta a queste materie, le crede già pronte, ma in realtà sono frutto di una storicità acquisita e di un mondo di scienziati, filosofi della scienza e intellettuali che hanno percorso pazientemente in maniera trasversale la storia del pensiero.
Domanda epocale
Perché le reti sono simili? Il nostro comportamento è il frutto di queste reti così simili? Come camminano i virus? Perché vediamo affinità tra terremoti e crisi finanziarie?
Siamo immersi in un mondo in cui ormai il prossimo progetto è domani e il primo obiettivo è fare le cose per bene, non per crescere o per qualsiasi fine solo economico, ma per salute, per lasciare un mondo migliore.
Siamo tornati a riconoscere la priorità di un bene primario. Questa è la peggiore crisi dopo la Seconda Guerra Mondiale, come l’ hanno definita tutti i leader mondiali. Tale crisi ci porta indietro a quando ci domandavamo sulla peste nel Medioevo.
Al pari oggi capiamo che incipit hanno certe ricerche. Da dove partono gli sforzi immani e formidabili degli scienziati oggi? Stiamo acquisendo un metodo che impone lo studio delle cose a “rete”. A forma di collegamenti.
Tuttavia questo impone un’altra riflessione: non diamo per scontati i collegamenti o i link che ci permettono di riflettere da dove proviene una crisi o la pandemia, cerchiamo di superare ogni superficialità.
Dopo aver parlato nelle puntate precedenti di Eulero e del cosiddetto effetto farfalla che deriva dalle Teorie dei Grafi, ora capiamo che lo spunto per molti esperti, anche come procedura inconsapevole, passa attraverso quella che definiamo oggi meglio la Teoria delle Reti.
Ovvero un modo di vedere i collegamenti, i passaggi, tra varie cose, non più scomposto in piccole parti “indifferenti” tra loro, ma come un percorso complesso che permette a tali pezzi di essere messi insieme per capire meglio il mondo attraverso anche cose apparentemente disconnesse tra loro.
Uno dei suoi teorici e fondatore si chiama Albert-László Barabási. Un fisico, informatico e ricercatore ungherese originario della Transilvania. Ho avuto la fortuna di seguire alcune sue lezioni e parlarci. In lui si incardina e si apre la trasversalità del sapere. Lui ha messo in “formule” la Teoria dei sei gradi di separazione. Andiamo a capire come.
Rete e pandemia: la filosofia della relazione una risposta
- Come si studia una relazione nella scienza?
- Come si passa da internet alle nuove tecnologie?
- Quali similitudini tra il movimento dei pedoni e lo stormo degli uccelli?
- Quali tra la fila nelle casse di un supermercato e le code chilometriche in autostrada?
Ecco la risposta è la possibilità di movimento sincrono che chiamiamo Rete! Ma quale rete? Non tutte sono uguali.
Partiamo da un equivoco di fondo: tutti pensano che una rete sia un insieme di cose che hanno delle relazioni fra loro, per tutte uguali. È una banalizzazione senza precedenti. Le migrazioni umane e le migrazioni degli uccelli sono simili, ma non uguali.
Quindi, una prima forte distinzione da fare è che se prendiamo un insieme A di oggetti che presentano un’interconnessione – le strade di una città, per esempio – e un altro insieme B – uno stormo di uccelli, appunto – non ha senso dire che sono la stessa cosa perché sono fatti di tanti pezzi. Sono mondi separati.
Gli uccelli migrano, ogni anno, ma questo non è solo un “andare e tornare”: c’è rete. Certe popolazioni che stanno migrando verso l’Europa invece passano da uno stato ad un altro, che è cosa ben diversa. Arrivano e non vogliono tornare indietro e nel loro comportamento non vi è nulla di “naturale”, come nel caso degli uccelli.
Perché uno stormo di uccelli (li vediamo volteggiare per ore nei cieli di molte città in primavera) è una rete? Perché in esso vediamo come la struttura del volo sia regolata da un flusso di informazioni che arriva a ogni singolo componente.
Anche in alcuni branchi di pesci – le sardine, per esempio – troviamo comportamenti analoghi. Una delle cose più strane negli stormi e nei branchi è che tutti seguono un leader che traccia la rotta, ma questo leader cambia in continuazione, dura pochi secondi.
È come se ci fosse un continuo passaggio di testimone e il fenomeno è ancora sostanzialmente sconosciuto. Se pensiamo al virus COVID-19 non abbiamo la stessa sensazione? E se pensiamo ad una cellula terroristica?
Quindi alla domanda “perché le reti sono così simili?” bisogna rispondere con molta cautela. Moltissime reti non sono affatto simili, come si è detto. Altre lo sono. Si nota, per esempio, come detto sopra, che la propagazione di un virus biologico o artificiale e quella di un virus informatico che si diffonde su Internet possiede interessanti similitudini. E infatti oggi con la pandemia COVID-19 si studiano le relazioni fra queste due realtà.
Attenzione però! Tutto cambia, e profondamente, quando pensiamo al fatto che un virus è un organismo vivente e che uno dei suoi comportamenti più micidiali è quello di modificarsi durante la propagazione; è per questo che a volte è tremendamente difficile trovare un vaccino.
Un virus informativo oggi, vedi le fake news, si muove con la stessa logica. Tale logica è nell’approccio, ma poi differisce in base a degli automatismi che sono imprevedibili. Riusciamo a “ingabbiare” tale imprevedibilità solo in parte attraverso degli algoritmi che poi spesso diventano inefficienti in poco tempo.
C’è un solo concetto di fondo che mette insieme tutte le reti ed è quello che sta alla base della Teoria delle Reti. Per molto tempo si è pensato che alla base di tutti i fenomeni ci fossero le singole unità che costituiscono i fenomeni stessi.
Se guardo sempre lo stormo di uccelli e voglio capire perché si comporta in quel modo, devo studiare il singolo individuo.
Non è così: a un certo punto con Barabasi si è capito che un fattore cruciale da studiare è la relazione fra i singoli.
Ovvero: due soggetti, entrando in contatto, creano un fenomeno nuovo che è, appunto, la loro relazione. Il comportamento che i singoli mettono in atto quando entrano in relazione è qualcosa che da soli non avrebbero. Quindi dobbiamo studiare le relazioni e questo significa studiare la rete.
Dimenticando i singoli? No, assolutamente. La ricerca deve continuamente osservare i singoli e osservare le relazioni. Una sola delle due attività non ci spiega il fenomeno.
Società, Hub, Nodi e Link
Su queste premesse si basa l’analisi delle reti sociali o SNA (social network analysis), una moderna metodologia di analisi delle relazioni sociali usata in sociologia, antropologia, psicologia, economia, management, per studiare fenomeni come il commercio internazionale, la diffusione dell’informazione, il funzionamento delle organizzazioni, l’informatica e l’intelligenza artificiale, in una parola tutti i campi in cui si presentano fenomeni complessi ed interdipendenti fra individui e gruppi più o meno numerosi.
Questa stessa teoria da cui è nata la blockchain (idealmente) e tutto il moderno percorso dell’intelligenza artificiale.
Andiamo a capire meglio. Anche per diffondere una cultura più precisa rispetto a chi ricorre spesso a termini come nodi e hub senza cognizione di causa. Nella teoria delle reti sociali la società è studiata come una rete in cui ogni individuo (o attore) si relaziona con gli altri modificando reciprocamente comportamenti e conoscenze.
La società è l’Hub, l’individuo è il nodo, le relazioni sono i legami o link. L’insieme di hub, nodi e link costituisce la rete.
- Gli hub sono grossi centri di smistamento, vedi aeroporti internazionali o cabine ad alta tensione per elettricità.
- I nodi sono centri più piccoli di smistamento, come aeroporti minori e cabine di trasformazioni per dare energia alle abitazioni.
- Le connessioni, dette anche “link”, si hanno quando un punto viene collegato ad un altro grazie ad una linea: per gli aeroporti pensiamo agli scali, per l’energia pensiamo alla linea tra abitazioni per dare energia a tutti.
Questi tre elementi si configurano in architetture che rispettano regole specifiche e che diventano reti complesse, dove il termine complesso sta a significare, per assurdo, intrecciato ma funzionale (Equivalenza flusso sanguigno e rete energetica)
- La società esiste laddove un certo numero di individui interagiscono tra di loro, in modo interdipendente.
- I legami servono a trasmettere risorse materiali e immateriali.
- I modelli di rete sono strutture con caratteristiche che favoriscono o limitano le attività dei singoli nodi.
- La struttura sociale è fatta di modelli durevoli e ricorrenti di relazioni fra gli attori sociali.
La struttura o topologia della rete ne determina i comportamenti, indipendentemente dall’ambito della rete stessa.
Reti, Studio e Scienza: le chiavi per il futuro
Molte volte, parlando di intelligence, mio ambito di pertinenza con la logica e la filosofia delle relazione, ho detto che il futuro dovrà farsi carico proprio di questo approccio, non più e non solo del carattere distintivo di certi comportamenti, ma valutarne la loro imprevedibilità.
Parlo continuamente di intelligence del futuro come comprensione dei dati, come studio dell’informatizzazione delle fonti e oggi diventano e tornano ad essere importanti le reti interconnesse.
Lo stesso deve valere per l’approccio alle nuove tecnologie. Bisogna avere un approccio sociale che ci da la dimostrazione che tante cose possono sfuggire facilmente a strutture matematiche, ma avere anche un approccio altamente scientifico e informatizzato che ci dimostra come le scoperte del mondo e la scienza oggi valgono più che mai.
Prendiamo la struttura ad albero propria in matematica: all’interno di questa struttura esistono delle reti che non solo sono percorso tra coppie di hub, nodi, link, ma hanno senso nelle loro interazioni.
Monitorare la diffusione delle informazioni, ma anche delle relazioni umane e delle informazioni che si devono gestire, dà più senso alle ricerche e più risposte. Va spostato il baricentro che, seppur includendo tutte le dinamiche dei problemi conosciuti (da IT, attacchi Cyber, Virus e terrorismo) deve fare da motore, in cui le analisi dei contesti diventano dei diagrammi di controllo nel tempo (anche ogni settimana o ogni giorno), instaurando un processo che sia chiaramente esposto a numerose biforcazioni.
Bisogna pertanto rendersi conto che, come in una partita a scacchi, l’elemento imprevedibile sfocia in un campo ampio e pieno di sorprese. Benché si conoscono tutte le mosse, c’è sempre qualche sorpresa nelle scelte umane che possono mandare e far saltare il banco subito, anche quello più matematico.
Serve, ad esempio, uno studio appropriato del distanziamento umano, dei rapporti sociali dei prossimi anni, della comprensione logica del rapporto uomo-mondo, insomma quella che definirei Filosofia delle relazioni.
Ovvero la capacità logica del pensiero di unire l’elemento digitale con quello umano e capirne gli approdi o le derive. Studiare meglio, per un approccio migliore alle nuove forme digitali del sapere, la sicurezza delle informazioni, capire meglio il concetto di Security by Design, collaborare e cooperare tra più menti.
Insomma, per coprire meglio la distanza che separa l’uomo con le cose, cercare di darsi più possibilità. Intervenire sul flusso di approccio alle moderne tecnologie per ridurre, nei limiti del possibile, i pericoli.
Su questa linea, si deve pensare ad una nuova topologia, una matematica degli schemi e delle interazioni in cui elementi logici del pensiero (induttivi e deduttivi) si compenetrino con quella che chiamo spesso intelligence predittiva e con un approccio più culturale, umano e matematico allo stesso tempo.
Per capire bene le nuove tecnologie di controllo, bisogna prima comprendere la catena che compone tali tecnologie. Per le prossime storie che vi racconterò su page rank, algoritmi, Intelligenza Artificiale, cookie e Blockchain questo ponte lanciato oggi è una sentenza da cui non possiamo esimerci.